E’ nato a Genova nel 1984 e disegna da sempre. Cosa significhi questo “sempre” è lo stesso Melkio a spiegarlo: “fin da quando ne ho memoria, ma ho sempre buttato via tutto… fatto il disegno, poi via nella spazzatura. Per me era talmente naturale che non aveva senso tenerli”. Inizia quindi il suo percorso artistico da autodidatta attraverso il disegno, maturando negli anni uno stile che si è sviluppato in simbiosi con un immaginario che potremmo definire in perenne espansione. Ed è proprio questa capacità immaginifica il senso, inteso come direzione, da seguire per leggere il lavoro artistico di Melkio. I suoi disegni, così come i suoi progetti multidisciplinari, devono essere quindi identificati come racconti, narrazioni, dialoghi rivolti all’osservatore in cui il segno, ovvero il modo del comunicare, non può che essere chiaro nella sua intelligibilità, semplice nel suo ascolto. Complesso è al contrario ciò che i disegni di Melkio descrivono con segno essenziale. Il segno e il colore sono pensati a sottolineatura della forma complessiva, al servizio di un immaginario fortemente surreale e iper-irrealistico.
Melkio disegna così visioni oniriche, giochi di parole, associazioni di idee ma fotografandoli con estrema lucidità, come dovesse renderci immagini chiare di una sua realtà. I suoi lavori sono un invito al gioco. Melkio ci chiede di seguirlo dentro i suoi disegni, di sorridere con lui e di non aver vergogna di quel sorriso buffo e stralunato che ci sgancia dal qui e ora.